Segnalo lo splendido articolo di Philip Mensel, sull’ultimo numero di Le Monde Diplomatique: “We are all Levantines now” (io l’ho letto in versione integrale sull’edizione inglese, non so se è stato pubblicato anche in quella francese o in altre). Philip Mansel – storico di professione – è autore di due fantastici libri che spero di poter leggere presto, Constantinople. City of the World’s Desire, 1453-1924 e Levant. Splendour and Catastrophe on the Mediterranean; il suo articolo offre un convincente parallelo tra le città globali del XXI secolo – Londra, Parigi, Dubai, New York – e le città ugualmente aperte, creative, tolleranti, multietniche e multireligiose del Levante ottomano: Costantinopoli, Smirne, Alessandria, Beirut. Un passato scomparso che va invece recuperato, almeno nello spirito: e la Turchia di oggi ci sta provando.
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le città ugualmente aperte, creative, tolleranti, multietniche e multireligiose del Levante ottomano: Costantinopoli, Smirne, Alessandria, Beirut. Un passato scomparso
OGGI invece c’è un odioso bipolarismo: noi e Israele (l’unico avamposto della democrazia in Medio Oriente!) da una parte, e il variegato Mondo Islamico dall’altra….
chi lo ha stabilito che Israele e’ l’avamposto della democrazia 🙂 ?
Israele stesso e i suoi “disinteressati” 🙂 amici d’Occidente, no?
Israele è talmente democratico che non appena si critica il suo operato si viene etichettati come antisemiti, antisionisti e “persone non gradite”…
Come Gunter Grass docet….